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Gatta (FI) sulla proprietà industriale: «Marchi, brevetti, modelli e provenienza geografica sono asset fondamentali per la nostra economia»

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L’attuale sistema di tutela della proprietà industriale rende difficoltoso accedere agli strumenti di difesa a causa di procedure articolate e complesse, rispetto alle quali abbiamo introdotto semplificazioni, nel quadro di una generale digitalizzazione. Lo dice il deputato di Forza Italia, avv. Giandiego GATTA.

Il disegno di legge approvato, che si inquadra all’interno della riforma del sistema della proprietà industriale intende: rafforzare il sistema di protezione della proprietà industriale; incentivare l’uso e la diffusione della proprietà industriale, in particolare da parte delle piccole e medie imprese; facilitare l’accesso ai beni immateriali e la loro condivisione, garantire un equo rendimento degli investimenti e un rispetto più rigoroso della proprietà industriale; rafforzare il ruolo dell’Italia nei consessi europei e internazionali sulla proprietà industriale.

Il Governo Meloni è riuscito ad ottenere il trasferimento a Milano di una parte delle competenze della sede di Londra del Tribunale Unificato dei Brevetti.

Per quanto riguarda il biotech abbiamo anticipato l’Unione europea sulla riforma delle regole per utilizzo di organismi prodotti mediante tecniche di evoluzione assistita (cd. TEA) e ciò pone l’Italia all’avanguardia, soprattutto in materia di individuazione di piante più resistenti alla siccità.

Dall’ingegneria elettrica alle tecnologie medicali, dalle biotecnologie alla meccanica, alla moda e al design, cresce l’investimento in ricerca. Quindi marchi, brevetti, modelli, indicazioni di provenienza geografica costituiscono un asset fondamentale della nostra economia e le misure contenute in questo disegno di legge vanno nella giusta direzione.

Abbiamo votato, quindi, con convinzione l’approvazione di questo testo, che realizza un generale beneficio per il nostro Paese, come ho avuto modo di evidenziare nella mia dichiarazione di voto di ieri, in Aula a Montecitorio.

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